Poor Things by Yorgos Lanthimos.(il gioco libero degli abiti)

Poor Things by Yorgos Lanthimos.(il gioco libero degli abiti)

Credit Image: Entertainment Pictures / Alamy Stock Photo.

Cari Amici,

Il film Poor Things di Yorgos Lanthimos è l’adattamento dell’omonimo romanzo, pubblicato nel 1992, da A. Gray. Si è aggiudicato diversi awards, tra gli altri: Il Leone d’oro a Venezia, Golden Globe per miglior film e miglior attrice: Emma Stone, 4 Oscar: miglior attrice, miglior costume designer Holly Waddington, miglior production design Shona Heath e James Price, miglior make up & Hairstyling.

Il Film si apre nel mistero premonitore di un cielo notturno, in una Londra Vittoriana, una donna sta per lanciarsi da un ponte sul fiume Tamigi. La ritroviamo, miracolosamente riportata in vita dal noto chirurgo “God-win Baxter”, che ne fa un suo esperimento, con un trapianto di cervello del feto di cui era incinta. Ed è il modo asincrono tra il cervello della bambina e il corpo, corazza della donna, che crea il ritmo della narrazione, in cui Bella-Emma Stone inizia a muovere i primi passi traballanti, barcollando alla ricerca di sé, in una continua sperimentazione.

Bella lascia presto la casa paterna, la sua gabbia dorata e fugge per un viaggio avveniristico intorno al mondo, in compagnia di Duncan Wedderburn, un avvocato donnaiolo, con cui avrà un affair. Entrambi viaggeranno attraverso Continenti e città europee, toccando Odessa, Lisbona, Alessandria d’Egitto, e Parigi. Presto il viaggio di Bella proseguirà senza Duncan, lasciato a Parigi sull’orlo di un tracollo finanziario e soprattutto di un attacco di nervi!

Pictorial Press Ltd / Alamy Stock Photo.

La storia e i suoi personaggi, ambientati alla fine dell’ottocento, sembrano tuttavia essere al di fuori di un vero e proprio contesto storico di riferimento ma contemporanei nella loro espressione. L’immaginifico set scenografico dark-gotico, barocco, gli incredibili costumi, la fotografia, la musica, tutto ciò ha vibrato emozioni.

I costumi, sono, profondamente connessi con il senso della storia, gli abiti di Bella, si evolvono, sono manifestazione di sé e mai costrizione. Non a caso Bella, non indossa bustier tipici dell’epoca, ma spesso sovrapposti o apparentemente incompleti. Il corpo è dunque il luogo della conoscenza e della cura, se vogliamo. Tutto ciò che riguarda le convenzioni sociali, la moralità imposta dalla società ben pensante dell’epoca non può essere contemplato, l’interesse corre altrove.

La costume designer Holly Waddington, nelle sue interviste si è soffermata sulla natura articolata del processo: di come si sia deciso di non aderire a uno schema di period-drama Vittoriano, ma piuttosto di lasciar fluire libero il gioco creativo degli abiti, in un modo solo apparentemente discordante. L’ìspirazione e lo scambio con il mondo dell’arte e della moda della fine ‘800 e degli inizi del 900 e i molteplici riferimenti: Il surrealismo e l’Avant Garde, German Expressionism, J.Singer Sargent ma anche i riferimenti a Georgia O’ Keeffe e a Egon Schiele, sono solo alcuni tra i molti elementi, che hanno contribuito ad ispirare i gloriosi costumi.

Ho trovato memorabile il momento di Bella a Lisbona, le gambe scoperte con un leggero pantaloncino giallo, un giacchino in seta azzurra lucida con grandi maniche a sbuffo, stivaletti bianchi, e dei futuristici occhiali da sole, laddove il riferimento è ancora una volta personale più che essere legato a un periodo o a uno stile.

L’uso e i contrasti dei colori sono superbi, il Bolero di ruches di seta trasparente color giallo Mango, accostato all’azzurro cielo o al rosa antico, o ancora quello che la stessa Holly Waddington ha definito il “condom coat” ovvero un mantello in latex, off-skin, che Bella indossa in una Parigi innevata dell’inizio del secolo scorso, proprio davanti al bordello che sarà per qualche tempo casa: in qualche modo nuda in quello spazio-tempo.In quel bordello i personaggi e i clienti che sembrano quasi delle caricature di un fumetto satirico  e gli abiti di Bella, ci parlano del suo corpo, della sua sessualità e di come tutto questo sia amore di sé e come tale, necessità.

LANDMARK MEDIA / Alamy Stock Photo.

Il viaggio di Bella continua e molto altro accade, durante e poi dopo nel suo ritorno a casa, e sempre e ancora una volta i costumi, accompagnano in modo armonico questo viaggio.

Tra pochi giorni aprirà a Londra alla Tate Britain la mostra: “Sargent and Fashion”

J. S Sargent ha realizzato alcuni magnifici ritratti, cambiando per sempre la percezione delle donne che ritraeva, anche attraverso i loro abiti, e lanciando il ponte tra stile e moda, identità e personalità. Non sembra anche a voi che tutto questo ci rimanda al pensiero “real style comes from a very high desire..ourselves”?

Chi viene con me a Londra?

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